Questa vasta regione racchiude habitat molto differenti tra loro, il clima man mano che si procede verso sud muta diventando via via più secco e condizionando in tal modo i paesaggi, la flora e anche le attività umane.
I popoli che si incontrano sono dediti all’agricoltura nell’area intorno ad Antananarivo e che si spinge a sud fino a Fianarantsoa; poi man mano che il paesaggio si trasforma in sterminate praterie le popolazioni locali si dedicano principalmente all’allevamento degli zebù e il numero dei capi posseduti da ogni individuo ne determina la ricchezza e lo stato sociale all’interno di ogni villaggio.
Questa regione è estremamente interessante da visitare e adatta ad un vero e proprio itinerario “On The Road” di circa 1.000 km che parte da Antananarivo, capitale del Madagascar e segue l’affascinante Route National 7 in direzione sud fino alla città di Tulear che si affaccia sul canale di Mozambico all’altezza del tropico del Capricorno, un vero spaccato del Madagascar centrale e parte di quello meridionale.
Lungo il percorso si visiteranno il Parco Nazionale di Ranomafana che protegge una importante foresta umida di montagna, habitat di molte specie di flora e fauna endemiche, la piccola e deliziosa Riserva Naturale di Anja e il magnifico Parco dell’Isalo, un massiccio roccioso che il fenomeno dell’erosione dovuto agli agenti atmosferici e al tempo hanno modellato con rocce dalle forme singolari e che si erge al disopra di una immensa prateria che nella stagione secca si colora di giallo in un bellissimo gioco di contrasti di colore.
All’interno del Parco dell’Isalo riserve d’acqua che si trovano nel sottosuolo formano canyon rigogliosi e piscine naturali.
L’itinerario percorrendo la Route National 7 attraversa una miriade di villaggi di diverse etnie: i Merina e i Betsileo, abili agricoltori discendenti diretti degli intrepidi navigatori di origine malese e indonesiana che attraversarono l’oceano indiano a bordo di piroghe a vela in cerca di nuove terre e trovarono nella attuale area intorno alla capitale e che si spinge fino a Fianarantsoa il luogo ideale ove coltivare la terra e creare le risaie; attraversando questa area si ha l’impressione di essere in un paese dell’oriente.
I Bara che vivono sempre nell’altopiano centrale ma in una zona più a sud che si spinge fino al parco Isalo, sono allevatori di zebù, i morti vengono spesso sepolti all’interno delle bare in caverne.
Infine i Mahafaly e i Vezo, i primi sono legati fortemente al culto degli antenati e danno molta importanza alla costruzione di tombe di famiglia che vengono poi dipinte e decorate con sculture in legno denominate “alo alo”; i Vezo vivono sulla costa sud occidentale del Madagascar, sono abili pescatori e si spostano con le tipiche piroghe a bilanciere usando la pagaia e la vela.
Al termine dell’itinerario una volta arrivati a Tulear, vale certamente la pena trascorrere qualche giorno sulla Costa Vezo che si affaccia sul canale di Mozambico dove si susseguono splendide e remote spiagge di sabbia bianca e la vegetazione ha un tasso di endemismo molto elevato con diverse specie di piante spinose e baobab che arrivano ad avere diverse centinaia di anni o addirittura anche un migliaio. La Costa Vezo è davvero molto interessante da esplorare prevedendo qualche giorno di mare/relax e abbinando brevi escursioni nel territorio circostante.
Il fiume Tsirihibina nasce dalla confluenza di fiumi nella regione degli altopiani centrali. Da Miandrivazo a Belo Tsirihibina il fiume è navigabile (2 giorni di navigazione con una barca a motore o 3 giorni di navigazione in piroga a remi), la discesa del fiume è un itinerario avventuroso con pernottamenti in tenda a igloo sulle sponde del fiume e pasti cucinati al campo.
Il corso del fiume attraversa un territorio remoto privo di strade, punteggiato da piccoli villaggi che traggono dal fiume una economia di sussistenza, gole e anse con piscine naturali. Da Belo Tsirihibina si può proseguire in auto (4 ore circa) per il parco Tsingy de Bemaraha o per Morondava.